1.8.09 Sicurezza sul lavoro, arriva la patente a punti | Stampa |

1.8.09 da "www.lastampa.it" 31/7/2009
 
TORINO
"Patente a punti" per le imprese edili, rimodulazione delle sanzioni con l’obiettivo di proporzionarle al rischio di impresa, potenziamento degli organismi paritetici e riscrittura della contestata norma "salva manager". Sono queste le principali novità introdotte dal decreto correttivo al Testo unico sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro che ha ricevuto il via libera del Consiglio dei ministri.

La "patente a punti", che inizierà ad operare nel settore edile per mezzo della istituzione di una «patente», ha lo scopo di verificare «l’idoneità tecnico-professionale delle imprese o dei lavoratori autonomi edili, la quale verrà valutata tenendo conto di elementi quali la effettuazione delle attività di formazione e la assenza di sanzioni da parte degli organi di vigilanza». Lo strumento «opererà per mezzo della attribuzione iniziale - in sede, appunto di «qualificazione» dell’impresa - ad ogni azienda o lavoratore autonomo edile di un punteggio che ne misuri l’idoneità ed il cui »azzeramento« determini l’impossibilità per l’impresa o il lavoratore autonomo di operare nel settore». Il correttivo messo a punto dal ministero del Lavoro ribadisce «la assoluta e inderogabile necessità per ogni impresa di valutare tutti i rischi per la salute e sicurezza dei propri lavoratori» ma semplifica «la procedura per dare prova della data del medesimo documento». Inoltre le correzioni del governo prevedono l’integrazione tra le attività del servizio sanitario nazionale e dell’Inail «finalizzate all’assistenza ed alla riabilitazione dei lavoratori vittime di infortuni» in modo da garantirne «il migliore e più rapido recupero dell’integrità psicofisica e della capacità lavorativa».

Sul fronte delle sanzioni, il decreto ha l’obiettivo di «assicurare una migliore corrispondenza tra infrazioni e sanzioni». A tale scopo si favorisce «l’utilizzo di procedure di estinzione dei reati e degli illeciti amministrativi mediante regolarizzazione da parte del soggetto inadempiente».

Così la «prescrizione obbligatoria, che permette di mettere in sicurezza gli ambienti di lavoro, viene estesa ai reati puniti con la sola ammenda e un analogo istituto viene introdotto per le violazioni punite con sanzione pecuniaria amministrativa, con la chiara finalità, palesata nella legge delega, di puntare alla effettività della reazione punitiva, mediante ripristino delle condizioni di legalità».

La sanzione penale viene applicata «ai soli casi di violazione delle disposizioni sostanziali e non di quelle unicamente formali (trasmissione di documentazione, notifiche, ecc.)». Il decreto correttivo interviene, poi, «con apposite previsioni normative per evitare l’effetto di eccessiva e ridondante penalizzazione nelle ipotesi di concorso di reati omogenei ed anche di concorso di reati tout court, nel rispetto delle previsioni contenute nel Codice penale». Inoltre viene rivistata l’entità delle sanzioni «in modo da rendere le pene detentive eque rispetto alla gravità delle infrazioni e le ammende e le sanzioni pecuniarie proporzionate, oltre che alle violazioni, all’aumento dei prezzi al consumo, verificato su base Istat, dal 1994 (anno in cui venne emanato il decreto legislativo n. 626) ad oggi.