Presentazione

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La responsabilità professionale sanitaria: ormai un fenomeno sociale? ("La Voce" di Rovigo 23.8.11) PDF  | Stampa |  E-mail

La responsabilità professionale sanitaria: ormai un fenomeno sociale?
(“La Voce” di Rovigo 23.08.2011)
di Patrizia Trapella* e Luca Massaro**


E’ notizia di qualche giorno fa il decesso sospetto avvenuto in un ospedale siciliano: un uomo è deceduto dopo una fleboclisi.
L’ennesimo fatto di cronaca trattato come un possibile caso di responsabilità professionale sanitaria (impropriamente detta malasanità) e alcuni recenti dati statistici inducono ad effettuare alcune riflessioni di tipo sociologico.  
Il rapporto Ania (associazione nazionale imprese assicuratici) 2010-2011 sui sinistri - così vengono chiamati i singoli casi - dell'area responsabilità sanitaria parla chiaro: tra il 1994 e il 2009 il numero dei sinistri denunciati è più che triplicato passando da 9.500 a oltre 34mila (12.559 sono i sinistri rappresentati da errori commessi dal personale medico con danno al paziente rispetto ai 3222 del 1994; gli altri sono sinistri in genere – smarrimenti di oggetti dei pazienti, cadute di visitatori, errori di personale infermieristico, ecc.); i premi incassati nel 2009 dalle compagnie di assicurazione ammontano a 485 milioni di euro; il costo medio di un sinistro è passato da 16mila del 2002 agli attuali 30mila euro ossia, quasi raddoppiato.
I numeri – tutti i numeri – sono sconcertanti. Perché un simile aumento di casi (sinistri) denunciati?
La risposta non può che essere articolata. Oltre agli effettivi errori dei medici, riconosciuti in sede giudiziaria e extragiudiziaria - va rilevato che nel 2009 il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali ha attivato un osservatorio nazionale per il monitoraggio dei cosiddetti eventi sentinella cioè una sorta di allarme ai fini di prevenzione e controllo – noi pensiamo che siano in gioco anche altre cause: di tipo economico, culturale e sociale. Le principali sono le seguenti. 
La prima. Spesso, in coincidenza di periodi di crisi economico-finanziaria, i cittadini avvertono un pericolo per la propria sopravvivenza sociale e, quasi come fosse una reazione di difesa ad un attacco, sono tentati dal promuovere controversie finalizzate al recupero di denaro. L’impressione è che, considerati gli anni trascorsi, possa essere andata così in alcuni casi di pretesa responsabilità professionale sanitaria. 
La seconda. La vita media degli italiani è aumentata anche nel 2010 ed è ora stimata a 79,1 anni per gli uomini e 84,3 per le donne – il dato Istat è del gennaio scorso. Dunque, vi è un progressivo aumento del numero di pazienti adulto-anziani che, come è intuibile, sono soggetti a patologie dell’invecchiamento. Per ragioni statistiche, può essersi verificato un aumento degli accessi alle strutture sanitarie di tali pazienti (ricoveri e/o frequenti consultazioni mediche) con incremento delle possibilità di casi di responsabilità professionale.
La terza. Internet ed i mass media hanno diffuso e diffondono nozioni a carattere medico, tra l’altro non sempre in maniera corretta o di non facile comprensione e il cittadino può essersi convinto di essere in possesso della sufficiente preparazione per poter giudicare e contestare l’operato dei medici o sanitari.
La quarta. Gli elevati livelli tecnologici raggiunti nel campo diagnostico e terapeutico hanno ampliato lo spettro di intervento (anche su pazienti molto anziani con pluripatologie) e ha alimentato e rafforzato le aspettative del paziente e dei familiari che non accettano che qualcosa non sia andato per il verso giusto.
Quinta e ultima. La proliferazione di società e professionisti che si occupano di responsabilità professionale medica ha determinato un’innegabile iper-sensibilizzazione del cittadino sul problema per ovvi motivi non solo di salute.
Ora. Se veramente fosse così, la responsabilità professionale sarebbe diventata un “fenomeno sociale” - tale termine indica un processo o un fatto che incide sensibilmente sulla struttura e sugli aspetti di una società fino a modificarne le caratteristiche distintive - e la nostra società rischierebbe a breve difficili mutamenti di ordine culturale ed economico. Ma noi tutti ne abbiamo già consapevolezza. O forse no?

*avvocato penalista **medico legale con master in psichiatria forense e criminologia